Bambini arrabbiati: come sostenere una sana espressione emotiva

Bambini arrabbiati: come sostenere una sana espressione emotiva

 

La rabbia è forse l'emozione meno tollerata nella nostra società.

Fin dall'infanzia ci hanno insegnato che "arrabbiati" è sinonimo di "cattivi", l'emozione della rabbia assume ben presto una connotazione negativa rimanendo così una sconosciuta. L'aggressività è una funzione che permette agli individui di muoversi nel mondo e "addentare" la realtà: se la realtà fosse una mela, l'aggressività sarebbe il morso necessario per poterla assaggiare. L'aggressività è la spinta che permette di muoversi verso un oggetto desiderato, e così si può immaginare quanto sia precoce l'espressione dell'aggressività, e quanto sia importante per vivere in maniera attiva nei confronti dell'ambiente circostante.

La rabbia e l'aggressività hanno a che fare con la difesa dei nostri confini, corporei e psicologici: il bambino deriva il senso della realtà facendo esperienza dei propri confini e dei propri limiti, inizia così a conoscersi e a riconoscere i propri "sì" e i propri "no". Il dire un "no" è espressione diretta dell'aggressività: un adulto chiede al bambino "Posso abbracciarti?", "No" risponde il bambino.

Quante volte vi siete trovati in questa situazione? Riuscite a ricordare in che modo avete reagito? Non mi stupirei se molti ricordano di aver detto: "Dai, non fare così, abbraccia la zia".

L'aggressività, spontaneamente utilizzata al confine del contatto, viene squalificata; il bambino si sente squalificato interamente come persona. Questo che ho voluto riportare è l'esempio più semplice che accade nella quotidianità.

Per poter insegnare ad un bambino come esprimere in maniera sana la propria rabbia, si passa sempre attraverso l'esempio che diamo noi adulti.

Questo ci porta ben presto in contatto con la nostra rabbia, con il modo di esprimerla o di trattenerla, di riversarla sul nostro corpo oppure di esprimerla in maniera passiva. Sostenere un bambino nell'espressione diretta della propria rabbia spesso è difficile proprio perché ci porta in contatto con le nostre difficoltà personali, con la nostra poca dimestichezza, ci fa scoprire magari che noi, la nostra rabbia, non la conosciamo nemmeno da adulti.

Quindi, specialmente se i bambini sono molto piccoli, il percorso parte proprio dall'adulto, dalle difficoltà a riconoscere ed esprimere la propria rabbia, dalle difficoltà relazionali che emergono quando la si agisce anziché esprimerla, dal malessere causato dal riversarla sul corpo anziché verso l'esterno.

Nei casi invece in cui l'adulto abbia più dimestichezza con le proprie emozioni, anche quelle forti, e si senta in grado di sostenere l'espressione emotiva del bambino, ci sono molte strade percorribili che permettono l'espressione sana della rabbia: molte di queste strade passano per l'arte, dall'uso dei colori all'uso dell'argilla, che danno modo di parlare della rabbia, esprimerla, trasformandola in un atto creativo.

Altre strade passano per l'espressione corporea (strappare l'erba, colpire un cuscino, calciare un materasso, e così via). Come potete notare in tutte queste circostanze il bambino è in totale sicurezza, non corre il pericolo di farsi male né di ferire qualcun altro.

Quando il bambino desidera esprimere la rabbia, sta manifestando un bisogno di accettazione e amore incondizionato.

Purtroppo in molti casi questo messaggio non viene colto, e la rabbia prende altre strade, trasformandosi in sintomi somatici o comportamentali.

Molti bambini arrivano in terapia poiché l'espressione della rabbia causa loro problemi a casa o a scuola.

C'è la rabbia legata agli eventi di tutti i giorni e c'è la rabbia legata a questioni irrisolte, così come può trattarsi dell'esito di un trauma che non è stato adeguatamente "ricucito" ed integrato nel mondo interno del bambino.

Come viene gestita la rabbia all'interno della famiglia è anche uno dei grandi temi che porta molti adolescenti a chiedere il supporto di una psicoterapia: per esempio, il rendersi conto della dissonanza tra le richieste che vengono loro fatte proprio in merito alla rabbia (l'impossibilità di esprimerla in maniera diretta, ad esempio) e l'esempio che viene dato dai genitori (facili all'ira, incapaci di esprimere la propria rabbia in maniera sana, e così via). Impedire di esprimere la rabbia equivale a mettere in ombra delle parti di sé importanti tanto quanto quelle che esprimono gioia e tranquillità.

I bambini specialmente ma anche gli adolescenti temono le emozioni forti e il ruolo dell'adulto è quello di 'contenitore sicuro' all'interno del quale dare voce al proprio mondo emotivo sentendosi accolti e non giudicati. Il bambino interiore che molti di noi portano con sé ha ancora difficoltà in questo senso, perciò le difficoltà relazionali legate all'espressione (o mancata espressione) della rabbia in maniera diretta rimangono per molte persone causa di malessere anche in età adulta.

Il consiglio è sempre quello di affidarsi ad un terapeuta di vostra fiducia nel caso in cui pensiate che i vostri bambini o figli adolescenti possano avere delle difficoltà legate all'espressione della rabbia.

Alcune letture consigliate per esplorare la rabbia con i più piccoli:

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Federica Ronchi

 

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